Appunti geologici

giochi di pietraAppunti sulla geologia del saharaciad - teguedei arenaria

La storia geologica del Sahara, e in generale del continente africano, è antichissima: si trovano infatti rocce tra le più vecchie del nostro pianeta datate tra i 3,2-3,5 miliardi di anni. I continenti così come li vediamo oggi hanno subito notevoli cambiamenti passando da periodi geologici in cui esisteva un unico grande continente emerso dalle acque dell’oceano, chiamato Gondwana e risalente all’inizio dell’era Paleozoica (circa 600-500 milioni di anni fa), a un altro grande continente chiamato Pangea circondato da un grande oceano chiamato Pantalassia, datato circa 280 milioni di anni.

Durante il continuo mutare della morfologia della crosta terrestre, il mare invase i continenti a più riprese (compreso le zone geografiche dell’attuale Sahara) lasciando cospicue quantità di sedimenti e si ritirò altrettante volte lasciando il posto all’erosione che modellò le terre emerse. In seguito, a partire dall’era Mesozoica, circa 180-150 milioni di anni fa, la crosta terrestre ha cominciato a muoversi, spaccarsi e ridistribuirsi in un modo che ha definito l’aspetto attuale con i cinque continenti che conosciamo più le terre dei due poli.

AlobaIn questo lunghissimo lasso di tempo, su quello che oggi è il continente africano, sopra quegli antichi terreni cristallini vecchi miliardi di anni che costituivano il basamento del continente, si andarono ad accumulare centinaia di metri di sedimenti dovuti a continue erosioni in diversi momenti climatici e geografici che interessarono la zona. Il Sahara ha un paesaggio completamente privo di di humus, di erba, di sottobosco, in cui il terreno è “nudo” e costituisce una splendida finestra sulla sua storia geologica.

Precambriano – Paleozoico
Tra il periodo precambriano e l’inizio dell’era Paleozoica risalgono le più grosse coperture sedimentarie di arenaria della geografia sahariana visibili ampiamente anche oggi, in Algeria, in Niger, in Ciad, in Libia e in Mauritania. Tra 440 e 430 milioni di anni fa ci fu un mare profondo, relativamente calmo e molto freddo con fondali marini coperti da sedimenti argillosi che mescolati a resti di organismi come plancton e graptoliti, costituirono i più grandi giacimenti petroliferi al mondo.

Rare sono le forme organiche fossili di questa era geologica. Le più conosciute sono delle impronte (o calchi) distribuite su tutto il territorio sahariano paleozoico sedimentario e si pensa siano di origine animale (trilobiti Cruziana) e vegetale (alghe Harlania).Ennedi, Cruziana

Mesozoico
É in questa era geologica che la deriva dei continenti comincia a delineare la morfologia della crosta terrestre così come la vediamo oggi. Di grande importanza fu la sedimentazione delle cosiddette “arenarie nubiane” che formarono importanti rilievi oggi ben visibili in gran parte del Sahara centrale e orientale. Da quella grossa e unica terra emersa chiamata Gondwana si staccano varie “placche” che andranno a formare gli attuali continenti eccetto l’Africa che rimane decisamente ferma spostandosi solo leggermente verso nord. Nonostante questa “immobilità” l’Africa subisce lo spostamento dei continenti limitrofi fratturandosi regolarmente e delineando le maggiori e più evidenti morfologie del continente come la Rift Valley, il fiume Nilo, il fiume Niger e il fiume Congo. Da alcune di queste fratture hanno inizio alcuni importanti episodi vulcanici come quello del Tibesti in Ciad.

Alla fine del Mesozoico, circa 60 milioni di anni fa, ci fu una delle più importanti ingressioni marine della storia geologica sahariana, a tal punto che il mare dal Golfo di Guinea si collegava direttamente al Mar Mediterraneo, lasciando i rilievi più importanti affiorare come vere e proprie isole. Aveva preceduto questa grossa invasione marina, tra 110 e 90 milioni di anni fa, un lungo periodo umido che creò vaste paludi lacustri e fluviali nelle quali prosperarono (e si fossilizzarono) enormi tronchi di alberi e i grossi sauri mesozoici. In Niger, è famoso il cimitero dei dinosauri di Gadoufaoua e, in varie parti del Sahara, è facile trovare i resti di tronchi silicizzati anche di grosse dimensioni.

Cenozoico
In questa era geologica, la deriva dei continenti porta alla collisione tra il continente africano e quello euroasiatico, che crea una sorta di barriera alle ingressioni marine nel Sahara settentrionale; unico varco aperto è la porzione nord-orientale del continente dove il mare caldo della Tetide (l’antico Mediterraneo), invase le regioni del nord dell’Egitto lasciando gli spettacolari affioramenti calcarei del “Deserto bianco”, ricchissimi di fossili di tipo tropicale. Nel resto del territorio, si alternano periodi climatici più o meno umidi con formazione di laghi e fiumi e produzione di sedimenti di tipo continentale (sabbie, argille e marne) molto ricchi in ferro e manganese (da cui quelle curiose formazioni geologiche come ematiti, limoniti e sideriti).White Desert - Egypt

Da circa 2 milioni di anni, nel periodo Quaternario, l’area dell’attuale Sahara è ormai già delineata nei suoi caratteri strutturali e morfologici principali. A parte qualche esigua ripresa vulcanica, Hoggar, Air, Tibesti, Waw an Namous, Jabal Uweinat, sul territorio si è già impostata quella fascia climatica tropicale sottoposta agli Alisei, venti costanti e secchi che portano aridità e danno origine ai deserti. L’alternanza di climi molto aridi a climi di savana più umidi, genera una doppia e forte azione erosiva (erosione dell’acqua e del termoclastismo) sulle rocce esistenti, che produce grandi quantità di sabbia. Spostata dai venti costanti, la sabbia si accumula nei bacini naturali sparsi nel territorio formando così i maggiori erg del Sahara: Teneré, erg di Bilma, erg Djourab, Great Sand Sea, erg di Murzuq, erg di Awbari, erg Admer, Grand erg Orientale e Occidentale, erg Chech, erg Ouaràne.

ToumaïDa sottolineare nell’era quaternaria, è naturalmente la nascita dell’uomo e della sua storia per la quale recentissime scoperte hanno rivoluzionato la teoria che immaginava la culla dell’umanità a est della Rift Valley circa 3,5 milioni di anni fa (genere Australopithecus afarensis): nell’erg di Djourab in Ciad, infatti, oltre ad esser stati trovati resti di un Australophitecus (bahrelghazali) coevi all’afarensis, sono stati anche trovati (A.Djimdoumalbaye – Ciad 2001) dei resti di un’altra specie di ominide, lo Sahelantropus tchadiensis, meglio conosciuto come Toumai datato tra i 6 e i 7 milioni di anni fa, che sposterebbe dunque la culla dell’umanità molto indietro nel tempo e a 2000 km a nord-ovest della Rift Valley.

Gli ultimi anni del Quaternario, dal Pliocene-Pleistocene ai giorni nostri, sono caratterizzati dunque dall’evoluzione dell’uomo.