Mission Fada 02.2016

Dal 27 febbraio al 6 marzo 2016 si è svolta una missione di ricerca archeologica di siti rupestri nella regione di Fada, condotta da Pier Paolo Rossi affiancato dalla guida Ali Djimy e del cuoco Hugo; la missione è stata supportata da African Parks con la messa a disposizione di un veicolo fuoristrada e della sua base operativa di Fada e dall’agenzia S.V.S. con l’apporto di materiali, di viveri e del cuoco.
L’obiettivo della missione era quello di cercare siti rupestri neolitici nuovi (mai visitati da europei) e ritrovare quei siti già visitati e repertoriati dal geografo francese Gerard Bailloud negli anni 1957/1958, nella sola regione di Fada. Nei nove giorni effettivi di lavoro sono state sistematicamente battute tutte le zone limitrofe a Fada seguendo un orientamento geografico completo, escluso solamente la zona situata a nord ovest ancora a oggi con un elevato rischio mine.

Sono stati visitati 59 siti di cui solo 6 già repertoriati da Bailloud; gli altri sono siti inediti e sconosciuti all’occhio europeo. Per molti di loro, lo stato di conservazione delle pitture è per lo più rovinato o molto rovinato non solo dalla naturale erosione causata dagli agenti atmosferici ma soprattutto dal continuo passaggio e stanziamento di asini re-inselvatichiti (popolazione che negli ultimi anni è aumentata in maniera preoccupante) da una parte e da nomadi che utilizzano questi ripari per stoccare i loro materiali di stagione in stagione. I siti più alti e più difficilmente raggiungibili conservano pitture in buono stato di conservazione alcune delle quali si sono rivelate estremamente interessanti e decisamente belle: uno di questi, a una ventina di chilometri a est di Fada, può essere annoverato tra i più bei siti rupestri di tutto l’Ennedi.
Cronologicamente le pitture ritrovate coprono un vastissimo periodo del neolitico: dalle più antiche di epoca arcaica (4 siti – circa 8000 anni BP) alle più recenti di epoca cammellina (circa 2000/1500 anni BP), con la maggior parte dei siti da collocare nel periodo pastorale medio (circa 4000 anni BP). Le pitture arcaiche sono bianche contornate e puntinate all’interno del corpo di rosso oppure solamente bianche con decorazioni molto fini interne; i soggetti più dipinti sono bovidi, in diverse tonalità di rosso e in bianco, dalle dimensioni che vanno da qualche centimetro fino a decine di centimetri, decorati con fantasia all’interno e con corna, per lo più in visione frontale ma anche ricurve in avanti, dipinte di bianco con l’estremità della punta in rosso; figure maschili lunghe e sottili, isolate o in serie, in piedi o in corsa, con gonnellino armati di bastone o lancia, di arco e, a volte, con scudo; figure femminili dalle vesti lunghe fino a terra, in piedi, sedute o piegate o, a volte, vicino a delle case intente a pestare in un mortaio o accanto a figure umane più piccole (bambini?); non mancano pitture di donne con i fianchi adiposi, figure tipiche di varie zone dell’Ennedi; molto spesso le figure di entrambi i sessi sono dipinte in rosso con decorazioni corporee in bianco, hanno teste rotonde con piume o bilobate “a fungo”; rare le scene di caccia e/o di battaglie; non mancano animali selvatici come giraffe e antilopi e rari sono rinoceronti e/o elefanti; frequenti le raffigurazioni di case o recinti o magazzini; interessanti ed enigmatici labirinti; i cammelli sono per lo più dipinti di bianco con cavalieri e decorazioni in rosso; rispetto ad altre zone dell’Ennedi, le pitture di cavalli sono rare.

La missione, senz’altro riuscita nel suo intento, ha dato un importante contributo conoscitivo riguardante l’archeologia rupestre sia della zona di Fada che, attraverso alcuni nuovi siti eccezionali, di tutto l’Ennedi.